La parità di trattamento in materia di prestazioni sociali per i cittadini di Paesi terzi lungo soggiornanti: alcune riflessioni in occasione della sentenza della Corte di giustizia sul reddito di cittadinanza
Abstract
La ricerca di equilibrio tra politiche volte all’integrazione dei cittadini di
Paesi terzi nel tessuto sociale ed economico dello Stato ospite e la tenuta dei sistemi
sociali nazionali richiede sforzi significativi per stabilire politiche nazionali adeguate
e compatibili con le normative internazionali ed europee volte a tutelare la posizione
di soggetti particolarmente vulnerabili come i migranti. La normativa dell’Unione
europea è particolarmente attenta a garantire che agli stranieri che soggiornano da
lungo tempo in modo legale nell’Unione europea sia riconosciuto il diritto alla parità
di trattamento con i cittadini nazionali, di modo che le forme di assistenza sociale
nazionale ideate per migliorare le condizioni di vita dei soggetti economicamente più
fragili si estendano anche a tutte le persone che godono dello status di cittadino di
Paese terzo lungo soggiornante nell’UE. Per rafforzare la tutela di tali soggetti più
volte è intervenuta la giurisprudenza nazionale ed europea. Nel presente scritto si
esamina la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 29 luglio 2024,
riunita in Grande sezione, relativa all’interpretazione dell’art. 11, par. 1, lett. d), della
direttiva 2003/109/CE. La pronuncia ha oggetto la compatibilità di una normativa
nazionale che impone il requisito della residenza di dieci anni per l’ottenimento di
una specifica prestazione sociale. Nel caso di specie il Tribunale di Napoli chiedeva
se il requisito della residenza continuativa di dieci anni ai fini dell’ottenimento del
“reddito di cittadinanza” fosse conforme con l’ordinamento dell’Unione europea. In order to protect migrants, who are people in vulnerable situations, it is
crucial to establish national policies in conformity with International and European
Law. To this purpose, it is necessary to find a balance between two different
objectives: the integration of third-country nationals in the hosting Member State, on
one side, and the national economic and welfare system, on the other. EU Law protects third-country nationals who legally reside in the EU, especially long-term
residents. They enjoy the right of national treatment in order to benefit of domestic
measures of social assistance and social security, useful for fighting against poverty
and assuring better conditions of life. National courts and CJEU have protected the
right for social assistance of third-country nationals in several judgments. This paper
focuses on the Judgment of CJEU of July 29, 2024 which concerns the interpretation
of Article 11, para. 1, d) of Directive 2003/109/CE. The main question deals with the
requirement of a previous ten-year residence in the territory of a Member State in
order to be entitled to any social benefit. In the case in point, the Court of Naples was
wondering whether such ten-year residence requirement to access the basic income
was a discrimination for long-term residents and whether it was in conformity with
EU Law.
URI
https://www.fsjeurostudies.eu/files/FSJ.3.2024.3.DICOMITE.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8085